Le Andature
Pubblicato da Marco Ferranti in scuola vela · Venerdì 14 Apr 2023 · 4:30
Buongiorno a tutti e ben ritrovati sul nostro ormai conosciutissimo blog velico, cari colleghi e amici, velisti e non, ma comunque amanti di sport, mare, natura e vita sana all'aria aperta. Oggi trattiamo un interessante argomento, con un articolo tecnico di base. Avrete notato che spesso alterniamo argomenti generali ad argomenti sociali e a quelli più prettamente tecnici di vela.
LE ANDATURE
Nel mare (ma anche fiume o lago) aperto e libero, qualunque sia la direzione del vento, il buon velista esperto deve poter raggiungere sempre tutti i punti dell’orizzonte e, per far ciò, dovrà fare i conti innanzitutto con la direzione del vento.
Secondo la direzione da cui proviene il vento, cioè secondo l’angolo che il vento forma con l’asse longitudinale dello scafo, la nostra barca riceverà impulsi diversi che la faranno “andare” in modi assai differenti. Avremo cioè le cosiddette “andature”.
Si definiscono “andature” le espressioni usate per indicare la direzione di avanzamento della barca a vela rispetto alla direzione del vento reale. Le andature possono essere speculari e con mure a dritta, quando per prima viene colpita dal vento la parte fisica della barca che si chiama "murata" di dritta/destra/tribordo; oppure con mure a sinistra, quando invece viene colpita per prima dal vento la murata di sinistra/vabordo/babordo. Per capire se una barca viaggia con mure asinistra o a dritta nell’andatura di poppa bisogna guardare alla posizione del boma con le vele. Se è aperto a destra vuol dire che la barca viaggia mure a sinistra, se è aperto a sinistra vuol dire che la barca viaggia mure a dritta. Per comprendere il significato di mure a dritta o a sinistrapossiamo sostituire la parola “mure” con “vento”.
Le principali andature sono:
ANDATURE ASPIRATE o ARDENTI o MONTANTI che risalgono il vento, grazie all'azione della deriva che riduce l'effetto dello scarroccio sulla barca, cioè dello sbandamento trasversale dovuto alla pressione del vento sulle vele e allo scivolare di una superficie liscia (lo scafo in vetroresina, in alluminio, in legno o polipropilene) su un'altra superficie liscia quale quella rappresentata dell'acqua:
• BOLINA: quando la barca fa una rotta più stretta di 90° con la direzione del vento. La bolina va da bolina stretta (40° / 45°) a bolina larga (60° / 70°), posta la direzione del vento allo 0°.
Entro i 40/45° le vele cominciano a “fileggiare”, a pungere, e non “portano” più. Di conseguenza c’è un angolo di 90° (45° + 45°) verso la direzione del vento, detto “Angolo Morto”, all’interno del quale la prua della barca non può entrare senza far sgonfiare le vele e quindi la barca, entrando nell’angolo morto, rallenterà e perderà velocità.
• TRAVERSO o ANDATURA NEUTRA: quando la barca forma con la direzione del vento un angolo di circa 90° (traverso stretto 80°-90° ; traverso largo 90°-110°).
ANDATURE PORTANTI:
Quando l’angolo formato dalla direzione del vento con l’asse longitudinale della barca è compreso tra 90° e 180°.
Tra le andature portanti troviamo:
▪ IL LASCO: inizia dove termina il traverso largo cioè quando la barca forma con la direzione del vento un angolo di circa 120°-130°. Il vento proviene dallo spigolo di poppa. E' l'andatura più veloce e richiede una grande stabilità e rettilineità del timone, soprattutto sotto gennaker issato.
◦ Il GRANLASCO o GIARDINETTO : quando la direzione del vento forma con la barca un angolo di circa 150°. Il vento colpirà il giardinetto della barca cioè uno dei due angoli di poppa. Si chiama così perchè anticamente ci si mettevano tutte le piante medicali.
◦ la POPPA o FIL DI RUOTA: quando la direzione del vento e l’asse longitudinale della barca sono pressoché paralleli o comunque divergenti per un piccolo angolo; la poppa inizia dove finisce il granlasco. La regolazione delle vele ottimale sarà quella cosiddetta a “Farfalla”, con la randa aperta da un lato e il fiocco dall’altro in modo da non essere coperto e sventato dalla randa stessa.
Il vento colpisce la barca dalla parte poppiera. Per avanzare dobbiamo esporre al vento la massima superficie di vela, dovremo quindi lascare tutta la vela e far uscire il boma il più fuori possibile.
La vela formerà così un “bel muro” davanti al vento che la colpirà quasi perpendicolarmente “spingendo” avanti la barca ( “effetto portante” del vento sulla vela). Se vogliamo rallentare o addirittura fermare la barca su questa andatura dovremo solo cazzare al centro la randa con il boma sulla linea di mezzeria della barca e rollare o ammainare o lascare tutto il fiocco.
In poche parole, eseguendo l'esercizio del 360°, cioè un angolo giro attorno a noi stessi con una virata in prua e una abbattuta, cioè una virata in poppa, eseguiremo allo stesso tempo tutte le andature sopra menzionate e in velocità in uno spazio acqueo molto ristretto.
Ecco alcuni grafici e disegni per capire meglio tutto ciò di cui abbiamo scritto sopra.
Se non ami quello che fai non lo farai mai con passione.