La scuffia

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La scuffia

Scuola Vela Argentario asd
Pubblicato da marco Ferranti in scuola vela · Venerdì 17 Mar 2023
Tags: lascuffia
Salve cari velisti. Argomento interessante quello trattato oggi nel nostro quattordicesimo articolo del blog velico,
LA SCUFFIA. Navigando sulle derive prima o poi la scuffia capita. Scuffiare è il modo migliore per rendersi conto che la scuffia non è un incidente, ma una cosa normale che capita anche ai più esperti e ai campioni. A volte scuffiare volontariamente una barca rappresenta l’unico reale modo di fermare la barca stessa, magari in caso di vento fortissimo o di necessità di riposarsi. Sappiamo che l’effetto del vento sulle vele fa sbandare la barca e che sulle derive per contrastare lo sbandamento si usa il peso dell’equipaggio o al limite si lascano le vele. Quando lo sbandamento diventa troppo e per qualche motivo non si riesce a contrastarlo, la barca scuffia, cioè si inclina lentamente e gradualmente  sull’acqua e l’equipaggio fa un bel bagno, a meno che non sia svelto a saltare sulla falchetta o sulla deriva.
Fermatevi, respirate, pensate e agite.

La regola fondamentale è di allontanarsi dallo scafo velocemente e di non rimanerci aggrappati mentre la barca sta scuffiando, ma, una volta in acqua, di non abbandonare mai la barca già scuffiata perché essa è la nostra salvezza, è un appoggio se siamo stanchi e la si avvista molto più facilmente in caso di soccorsi rispetto alla testa di un nuotatore e poi è sempre possibile raddrizzarla.
Per prima cosa dovremo accertarci che tutto l’equipaggio sia attaccato e vicino alla barca e che nessuno sia rimasto sotto lo scafo o la vela o che abbia dei problemi.
Sarà anche necessario fare attenzione a non perdere timone e deriva che su alcune barche si sfilano. Sarà quindi utile a secco durante l’armo della barca controllare le ritenute della deriva allo scafo e le linguette ferma timoni.
Quando la barca scuffia si “Sdraia” prima a 90° sulla superficie dell’acqua. Poi, più lentamente e se non è provvista di apposito galleggiante in testa d’albero, si capovolge a 180°. Per evitare che si capovolga a 180°sarà necessario attaccarsi velocemente alla deriva ed evitare di appoggiarsi all’albero, alle vele o alle sartie o alle falchette.
Cerchiamo sempre di evitare di far scuffiare la barca a 180°: primo perché potrebbe toccare l'albero e svwrgolarai o rompersi, secondo perché i velisti potrebbero rimanere incastrati nelle varie cime e  scotte, terzo perché è più difficile da controscuffiare e la deriva potrebbe incastrarsi nella scassa.
La barca non si raddrizzerà mai con le vele cazzate, quindi le scotte dovranno essere in bando e fuori dagli strozzatori.
La barca scuffiata si deve raddrizzare dalla posizione di prua al vento quindi una persona afferrerà la barca per lo strallo e nuotando la porterà con la prua al vento; poi rimarrà in acqua per mantenere la barca in posizione come un’ancora, mentre il resto dell’equipaggio la raddrizza.
Per raddrizzare la barca quando è scuffiata a 180°, in piedi sulla falchetta (sullo spigolo o Bottazzo), spalle al vento e attaccandosi al centro della deriva, una o più persone fanno leva usando il peso finchè la barca si porta a 90°, con la deriva orizzontale. A questo punto si può salire in piedi sulla deriva mettendo i piedi vicino allo scafo piuttosto che all’estremità per evitare di romperla, e terminare di raddrizzarla.
Dallo specchio di poppa o direttamente dalla deriva una persona sale velocemente sulla barca appena raddrizzata preoccupandosi di tenerla il più possibile prua al vento con la barra tutta all’orza e con le vele tutte lascate. Poi bilancia con il peso per permettere all’equipaggio di salire a bordo e ovviamente li aiuta se non dovessero riuscirvi da soli.
Quando tutto l’equipaggio è a bordo e calmo e tutto è in ordine si riprende la navigazione.
Dopo una scuffia può capitare di rimanere sotto la barca dove comunque, nel pozzetto, c’è sempre aria. In questo caso si fa un bel respiro e, facendo attenzione a non impigliarsi, ci si immerge e si sbuca dall’altra parte. Se si rimane sotto le vele, si alza un braccio e un pugno. per creare una sacca d’aria poi con calma si nuota fino a uscire.



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