Derive o Cabinati?

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Derive o Cabinati?

Scuola Vela Argentario asd
Pubblicato da Marco Ferranti in scuola vela · Venerdì 28 Lug 2023
DERIVE O CABINATI?
Per molti il mondo della vela si divide in due: derive da una parte, cabinati dall’altra.
I cabinati sono le imbarcazioni che si trovano abitualmente nei porti o nei marina: basano la loro stabilità su un bulbo (o una pinna) di ghisa o piombo e nella maggior parte dei casi (escludendo cabinati da regata come i J24 e i Platu 25, dove si elimina ogni peso superfluo per alleggerire la barca) sotto coperta hanno cuccette, bagno, cucina, tavolo da carteggio, radio. Sono tutti dotati di motore (entrobordo o fuoribordo, a seconda della lunghezza del cabinato) per supplire alle situazioni di poco vento (o vento assente) e per entrare e uscire dai porti (le manovre a vela all’interno dei porti sono proibite).

derive o cabinati
Le derive sono barche con equipaggio ridotto (da una a due persone) con le quali si può partire da una spiaggia. Hanno un’autonomia di navigazione limitata (anche se valenti marinai italiani e francesi hanno attraversato l’Atlantico con catamarani sportivi di sei metri) e per essere condotte alle loro massime prestazioni in condizioni di vento fresco richiedono una buona preparazione fisica.
Un cabinato si può quindi assimilare ad un camper, una deriva ad un go-kart: con il primo si può andare in vacanza per diversi giorni mantenendo buona parte delle comodità casalinghe, con il secondo si prova l’ebbrezza della velocità (alcuni catamarani superano agevolmente i venti nodi) “conducendo il mezzo con il sedere” (parafrasando il campione di Formula 1 Niki Lauda). I punti di forza dell’uno sono naturalmente i punti di debolezza dell’altro: è caldamente sconsigliato affrontare una lunga navigazione in go-kart, pardon in deriva, così come chi si aspetta il brivido della velocità nei cabinati rimarrà irrimediabilmente deluso.
Così come la maggior parte dei grandi piloti di Formula 1 ha iniziato nei go-kart, la maggior parte dei velisti di successo ha imparato ad andare a vela con una deriva: poiché il peso della barca è molto simile a quello del suo equipaggio (un centinaio di chili per il 420, poco più di settanta per il Laser singolo, solo per fare qualche esempio) e il timone è molto sensibile (basta muovere di pochi gradi lo stick - o prolunga della barra del timone - per modificare in maniera sostanziale la rotta), si assimilano molto velocemente le tecniche di gestione dei pesi del corretto uso del timone.
Avendo come obiettivo quello di insegnare la corretta conduzione di un’imbarcazione a vela, la Scuola Vela Argentario si è dotata di derive singole (Laser singolo, Sessa Zoom), derive e catamarani doppi (Laser 2000, Laser Pico, RS Zest, Tridente 14, 420, Hobie Cat 14), derive collettive (RS Quest, Laser Bahia, Tridente 16), le più performanti delle quali dotate di gennaker (una vela utilizzata nelle andature portarti, simile ad un ottavo di sfera) e trapezio (un cavo d’acciaio al quale, grazie ad un’imbracatura, il prodiere si aggancia per migliorare la coppia raddrizzante). In questo modo l’allievo avrà sempre a disposizione la deriva giusta per consolidare il suo livello o migliorarlo.

NOTA
Come in tutte le attività umane complesse, ci sono naturalmente delle eccezioni. Ne citiamo alcune come esempio: il Soling o la Star (entrambe classi olimpiche fino a qualche edizione fa) sono assimilabili a derive (prestazioni elevate, nessuno degli accessori tipici del cabinato presente a bordo, motore assente) ma hanno una pinna di ghisa e non possono partire dalla spiaggia, i J70 e  Melges 24 sono cabinati spartani progettati per la regata ( quindi anche qui nessuno dei gadget tipici delle barche a bulbo) con ottime prestazioni velocistiche.



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