Vela: tra confini e libertà di Benedetta Vallesi
Pubblicato da Marco Ferranti in blog · Venerdì 01 Nov 2024 · 3:45
Salve a tutti cari lettori e appassionati di mare e di vento, prima di condividere con voi qualche riflessione, vorrei raccontarvi qualcosa di me… Mi chiamo Benedetta Vallesi, ho 45 anni e sono Psicologa e Psicoterapeuta. Svolgo questa professione da circa 20 anni e posso dirvi con certezza che è la mia grande passione. Il contatto con l’altro, le vite e i vissuti, i legami sono per me fonte quotidiana di energia, di valore e comprensione, di emozioni insomma.
Mi piace lo sport, l’ho praticato per molto tempo (la scherma, solo apparentemente diversa dalla vela) e mi sono anche fermata per un lungo periodo, poi è accaduto qualcosa nella mia vita che mi ha portata negli ultimi due anni a sentire il bisogno di riscoprire un senso di appartenenza. La vita a volte fa giri strani. Vi chiederete perché vi sto raccontando questo. Beh, perché in tu questi giri ho incontrato anche la Vela, vi dico come. Ho accompagnato a Luglio del 2020 mio figlio Edoardo a fare una lezione di prova, aveva 5 anni. Ricordo quel tendone bianco sotto al quale tanti bimbi e bimbe, ragazzi e ragazze ma anche adulti aspettavano in trepida attesa l’inizio della lezione di vela. Edoardo era il più piccolo e si appassionò così tanto che continuò il corso per le settimane successive, vincendo anche l’ambitissima borraccia, trofeo agognato da tutti gli allievi piccoli e grandi, simbolo di dedizione, passione, cooperazione e rispetto reciproco. Da quel giorno questa Scuola è diventata un porto sicuro. Da quel giorno, ogni estate e ogni inverno in vista dell’estate, abbiamo parlato di mare, di barche, di nodi, di vele, di vento e di becchi di gabbiano, di istruttori, di scuffie, di amici e delle parole di Marco FRPA (Fermati, Respira, Pensa, Agisci) che in Edoardo sono rimaste scolpite come nella roccia e, con la saggezza di un bambino, mi diceva con lo scintillìo negli occhi: “mamma, quando sono in barca mi sento davvero libero”. La libertà, questa sconosciuta… Poi lo scorso anno mi ha chiesto di provare ed io l’ho fatto, un po' per curiosità, un po' per accontentarlo, un po' per sfida con me stessa e, come lui, ho continuato una settimana dopo l’altra diventando così un’allieva anche io. Aveva ragione da vendere quel piccolo uomo, allora 5enne che, ancora oggi, continua a praticare questo meraviglioso sport. E da qui le mie riflessioni… La Vela apre ad un mondo, il Tuo mondo. Tutto ciò che fai o che provi in quel piccolo spazio diventa una rappresentazione di Te. La barca è come un microcosmo, uno spazio limitato all’interno del quale le emozioni, le relazioni, i confini e la consapevolezza di sé e dell’altro fanno da padroni. Ciò che si crea lì dentro è unico, ogni uscita è unica, così come ogni equipaggio, ogni istruttore. In realtà, ogni momento ha la sua unicità: i pranzi rubati , i caffè presi insieme per trovare uno spazio di tempo, i confronti e gli scambi di idee, i silenzi. Un giorno Marco mi chiese: “Benedetta, secondo te cosa contraddistingue questa Scuola?” ed io risposi senza esitazione: “la relazione”. Intendevo i rapporti umani nel loro significato più profondo. Oggi, anche dopo aver vissuto insieme l’esperienza della tromba d’aria dell’8 Settembre che vi è stata raccontata nel precedente articolo, risponderei esattamente la stessa cosa. La Vela crea legami, genera grandi amicizie, si sperimentano i confini, si provano emozioni contrastanti e nuove. A volte il bisogno di controllo entra in conflitto con gli elementi della natura, Aria e Acqua, e allora capiamo quando è necessario lasciar andare, cazzare o lascare (anche simbolicamente e metaforicamente), che occorre ascoltare e sentire, un po' come nella vita di tutti i giorni, dovremmo davvero imparare a farlo in ogni singolo momento della nostra vita.
Grazie a tutti e arrivederci in mare a vela all'Argentario in Toscana.