Il mio Kenya

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Il mio Kenya

Scuola Vela Argentario asd
Pubblicato da Marco Ferranti in blog · Venerdì 27 Gen 2023 ·  4:45
Tags: mareKenya
Salve cara gente di mare e di montagna e ben ritrovata qui on line con un nuovo articolo del nostro blog.
Che scrive di mare, di vela, di sport, di natura ma anche, come nel caso odierno, di passione nel viaggiare in posti e terre lontani, con tradizioni e culture assai diverse dalla nostra. Lasceremo spazio al nostro fondatore e presidente, nonché direttore sportivo Marco Ferranti, nel raccontare qualcosa che potrebbe sembrare off topic ma che sempre fa parte della vita in mare e in mezzo alla natura.


"La mia passione per il viaggiare per il mondo è nata molto dopo quelle che avevo per lo sport, la natura e l'insegnamento. Ed è nata quando avevo 26 anni. Dopo un periodo molto difficile, come ho raccontato nel primo articolo, avevo deciso d'istinto di partire per il Kenya, nel nord est africano, il cosiddetto corno d'Africa a Oriente, precisamente a Mombasa, una delle città più grandi e antiche e posizionata sulla costa, bagnata dall'Oceano Indiano, dove lavorava un cugino, Augusto, cui ero davvero molto affezionato e sportivo anche lui, anche se caratterialmente e come life style molto diverso da me e dal mio background.
Il Kenya, la cui capitale senza sbocco sul mare, è Nairobi, è uno dei 54 Stati del continente africano; confina con Etiopia, Somalia, Uganda e Tanzania. Due gradi sotto il parallelo dell'Equatore, dove le ore di luce e di buio sono sempre 12 e 12, alba alle sei del mattino e tramonto alle sei di pomeriggio. Il nostro inverno rappresenta la loro calda, ventilata e secca estate. Il Kenya è repubblica democratica presidenziale, prevalentemente di religione  cattolica ma anche mussulma, con circa 55 milioni di abitanti censiti ed è stata colonia inglese fino al 1963 (ricordate la rivolta dei Mau mau?). Quindi oltre allo swahili si parla e si insegna nelle scuole  anche un ottimo inglese. Il Kenya, come la maggior parte dei paesi dell’Africa Subsahariana, è diviso in tribù. Capire la diversa natura delle tribù del Kenya permette quindi di conoscere meglio la società keniana, di capirne i rivolgimenti politici e i problemi che il paese porta con sé fin dall’indipendenza, ottenuta appunto nel 1963.
Il Kenya è un paese estremamente variegato dal punto di vista culturale. L’appartenenza etnica e tribale è particolarmente importante, e le tribù riconosciute sono più di 40.  
Lavorando con Augusto sui rimorchiatori, nei recuperi marini e subacquei, per la base San Marco a Malindi e nel suo Hotel, ho davvero imparato tantissimo professionalmente  e ho sempre più apprezzato la rossa terra africana, selvaggia, a volte inospitale e dura, dove in qualche modo, sempre, te la devi cavare da solo. Quante avventure in mare potrei qui raccontare. In quell'anno, il 1997, ho comprato con lui e altri due soci, Vittoriano e Carlo, anche una bella barca in vetroresina con due motori fuoribordo, che per primi allora utilizzavamo  per offrire safari blu davvero divertenti ed emozionanti. I nostri utenti erano quegli alberghi Italiani e Inglesi situati sulle bellissime spiagge di sabbia bianca e palme dell'oceano Indiano in quei paesi di pescatori in via di grande e veloce sviluppo che erano allora  Watamu (in lingua swahili "gente dolce" ) e Malindi più a nord di Kilifi e Mombasa, porto commerciale.
Sono stato un anno intero in Kenya e mi ha letteralmente cambiato la vita.
Al ritorno in Italia e dopo una lunga parentesi nei villaggi turistici Valtur durata 11 anni e tante altre utili esperienze lavorative nel mondo (Egitto, Madagascar, Tunisia, Marocco, Messico) e in Italia sulle Dolomiti, nel 2010 sono finalmente tornato in Kenya, il mio amato Kenya, che tanto mi era mancato. L'occasione mi è stata data dal mio amico d'infanzia e compagno di scuola, Stefano, che aveva nel frattempo costruito un bellissimo ed esclusivo  resort sul mare, il The Majlis, trasformando una villa privata in una delle più belle strutture turistiche alberghiere Dell'East Africa. A questo nuovo progetto ho dedicato da manager sei inverni non continui della mia vita. E ricordo ancora le splendide e indimenticabili uscite in dhow mozambicano o swahili, barche tipiche in legno con vela ad armo latino, e in Laser 1 (che avevo riparato, portando in Kenya dall'Italia pezzi di ricambio in maniera davvero rocambolesca), molto spesso accompagnato nella navigazione dai delfini e dal moderato vento caldo di nord est, il Kaskazi. Ricordo i safari (che in lingua swahili significa "viaggio") nei parchi naturali del Masai Mara, dello Tsavo Est e Ovest, dell'Amboseli sotto il monte Kilimangiaro (mt. 5.895) che molti non sanno essere, dopo le spartizioni post seconda guerra mondiale tra inglesi e tedeschi, in Tanzania. Il Mount Kenya è invece in Kenya.
Ricordo i profumi, gli odori, il cibo, le profonde sensazioni di grandezza, nobiltà, di bellezza e di libertà in genere. Tutto ciò, insomma, che rappresentava quel famoso "mal d'Africa" che tuttora mi pervade".
Ricordiamo che il mare dà alle braccia quello che l'aria offre alle ali.

Il marinaio non prega per il vento, impara a navigare (Gustaf Lindborg).



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